UN K2 NUOVO E UN GRANDE PROGETTO PER BIONDO E BIAGINI

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E’ stato celebrato senza vetri infranti il varo della nuovissima canoa da velocità Nelo, acquistata dalla Canottieri Comunali Firenze per mettere Niccolò Biondo e Andrea Biagini nelle migliori condizioni in gara.

Non è un caso che la scelta della barca sia caduta su un K2 Nelo di ultimissima generazione.

“E’ un progetto a lunga scadenza – spiega l’allenatore Marco Guazzini. Niccolò e Andrea sono due atleti fortissimi e con questa barca li mettiamo in condizioni di dare il massimo anche quando gareggiano insieme”.

I due ragazzi sono vicinissimi alla loro prima esperienza in azzurro, che avverrà nel fine settimana dal 2 al 4 luglio ad Auronzo di Cadore, occasione per gareggiare la prima volta con la nuova barca.

“Ad Auronzo Niccolò e Andrea parteciperanno all’internazionale Junior, pur essendo ancora in categoria Ragazzi – prosegue Guazzini. Tra due anni, quando loro saranno al loro ultimo anno Junior, si svolgeranno proprio ad Auronzo i campionati mondiali di categoria e questo è l’obiettivo per questi due ragazzi che avranno il vantaggio di potersi preparare meglio alle gare che si disputeranno nel nostro paese. Biagini e Biondo li abbiamo già visti vincere spesso e sono andati in nazionale superando qualificazioni durissime. Abbiamo molte aspettative per questi due ragazzi”.

Non è la prima volta che alla Canottieri Comunali si crescono atleti di primo piano e, anche per Niccolò Biondo e Andrea Biagini, il lavoro si basa su diversi fattori.

“La collaborazione tra la società e le famiglie è alla base del progetto – spiega Marco Guazzini. I genitori sostengono i loro ragazzi, che studiano e vanno bene a scuola. In questo caso uno dei genitori ha anche dato un contributo rilevante per l’acquisto della nuova canoa che consentirà di gareggiare ai massimi livelli, mentre  la società ha messo il resto. La Canottieri Comunali mette l’esperienza e il suo livello tecnico per preparare e seguire gli atleti con la massima attenzione e programmi di lunga scadenza. I ragazzi dal canto loro s’impegnano tantissimo, compiendo anche sacrifici senza i quali non si può fare uno sport difficile come questo. Infine ci vuole anche un pizzico di fortuna, intesa come avere la possibilità di preparare meglio le gare, per esempio sfruttando raduni più lunghi quando si gareggia in Italia”.

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