Pier Alberto Buccoliero Campione del Mondo a Mosca

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MONDIALE CANOA E PARACANOA: ITALIA D’ORO CON PIER ALBERTO BUCCOLIERO
Ma c’è un giallo!

 

Inizia con la medaglia d’oro di Pier Alberto Buccoliero nel V1 LTA maschile il Campionato del Mondo di canoa e paracanoa velocità che ha preso il via oggi a Mosca e che si concluderà domenica.

 

L’azzurro, pagaiatore della Canottieri Comunali Firenze, punta di diamante della nazionale di paracanoa guidata dal dt Stefano Porcu e fresco vincitore del titolo europeo sulle acque di Brandeburgo ha saputo mettere tutti in riga vincendo anche la medaglia d’oro mondiale in 50.368 davanti al britannico Martin Tweedie (51.369) e al russo e padrone di casa Aleksei Egorov (51.806); dietro all’azzurro anche Ungheria, Germania e Brasile tra le nazioni più quotate sulla carta.

 

In realtà il Mondiale di Buccoliero si porta dietro un giallo. L’atleta infatti solo poche ore prima dell’orario previsto per la sua gara ha saputo di essere stato “riclassificato” ovvero di dover gareggiare con atleti potenzialemente più forti perchè più vicini ai normodotati di quanto invece era sempre stato Buccoliero, che ha sempre fatto parte della categoria TA, quella che è prevista nel programma olimpico. L’atleta, anche su consiglio del sua allenatore Marco Guazzini, ha deciso di gareggiare lo stesso, riuscendo comunque a laurearsi, come detto, iridato. Ma a gara finita, resta comunque l’amarezza per una vicenda che ha dei contorni ancora surreali. Diversamente da lui, ad esempio, l’altra azzurra Veronica Yoko Plebani, a sua volta tra le favorite nella sua categoria, dopo vicenda analoga ha deciso di non gareggiare. Anche lei, campionessa europea in carica nella categoria TA (Tronco e Arti superiori) come Buccoliero, è stata “declassata” nella categoria LTA (Arti inferiori, tronco e arti superiori) in seguito ad un ricorso presentato dagli inglesi e accolto dal comitato organizzatore. E ha deciso di non prendere parte alla gara.

 

“La vicenda – ha commentato lo stesso Guazzini – non finisce certo qui. La spedizione azzurra ha presentato ricorso e stiamo lavorando per dare al ragazzo quello che gli spetta, la possibilità di continuare a coltivare il sogno olimpico per cui sta lavorando duramente da tre anni. Resta la soddisfazione di un ennesimo titolo di prestigio, ottenuto peraltro in condizioni psicologiche non ideali”. L’atleta, invece, in attesa degli sviluppi, e comprensibilmente amareggiato, anche se al contempo orgoglioso di aver comunque fatto un’impresa, ha preferito non commentare.